DOMANI, COLONNE FINO A VARESE, PORLEZZA E COMO!

13.12.2012 20:46

 

Sono d'accordo: se prendo un gran freddo d'inverno, m'inzuppo sotto i temporali estivi e corro qualche rischio in sella alla mia moto, è perché decido io di farlo.

 

Però abito a Pura e lavoro in Centro. Chi ogni tanto percorre la Lugano-Ponte Tresa sa cosa questo voglia dire. Ventiquattro stramaledetti chilometri tra andata e ritorno che per essere percorsi si prendono giornalmente 100 minuti della mia vita, a una media di 26 km/h. In bicicletta potrei far di meglio, poi però arriverei in ufficio ridotto una schifezza, quantomento troppo in disordine per lavorare con altre persone e partecipare a riunioni. Una volta ho provato ad andarci a piedi... Il gesto atletico mi ha dato grande soddisfazione, ma francamente un'ora e quaranta per tragitto è un tempo troppo impegnativo per essere affrontato quotidianamente.

 

Prendi i mezzi pubblici, allora!” Questa sì che è una buona idea... Peccato che dovrei camminare fino alla fermata della posta, scendere con questa (bellamente incolonnata) verso Caslano, saltare sul trenino fino alla stazione di Lugano, andare avanti a piedi fino al terminal centrale e proseguire in autobus fino al mio posto di lavoro. Il tutto a orari prestabiliti, sperando che non ci siano ritardi. Il mio lavoro però non mi permette di terminare tutte le sere esattamente allo stesso orario, per cui rischierei spesso di perdere le varie coincidenze e tardare di molto il rientro a casa. Senza abbonamento poi, dovrei vendere un rene per pagare il tutto...

 

Rimane quindi la mia cara moto. Non è una scelta originalissima, siamo in tanti a percorrere quella strada tutti i giorni. Ed è proprio riguardo a questo che voglio togliermi un sassolino dalla scarpa. Non discuto sul fatto che chi sorpassa bellamente in contromano, infilandosi tra le auto a pochi metri di distanza, sfiorando a velocità allucinanti gli specchietti retrovisori dei veicoli senza badare a incroci e passaggi pedonali sia un incoscente che mette a repentaglio la salute sua e altrui, danneggiando l'immagine di tutti i motociclisti.

Però ci sono anche gli altri, che sorpassano lentamente - dove lo spazio lo permette - prestando attenzione a pedoni, ciclisti e bambini sul marciapiede. Persone normalissime, spesso padri di famiglia, che come me scelgono semplicemente di affrontare qualche scomodità per disporre di un po' di tempo in più e risparmiare qualche soldo. Ed è qui che mi viene il nervoso: tutti i motociclisti vengono visti come indisciplinati, criminali arroganti che si permettono di passare davanti agli altri. Così, mentre rientro a casa, mi trovo di fronte gente che mentre è in colonna legge il giornale, telefona, mangia, cerca nel portaoggetti o si soffia il naso sbandando a destra e sinistra. Oppure, in una fila di auto ben allineate a destra, sporge con la ruota sinistra oltre la linea che separa le due corsie. Gente che alla rotonda, pur di non farti passare, ti butterebbe a terra e che se per caso vai un po' piano ti si piazza a un metro dalla ruota posteriore, tanto per metterti pressione e farti accelerare. Arrivare a pensare che – in caso di frenata d'emergenza – sarebbe quasi impossibile non investirmi, è evidentemente una performance d'intelletto fuori dalla portata di questi microcefali.

Va be, sicuramente le colpe sono di entrembe le categorie (motociclisti e automobilisti), con una buona mano da parte di chi non è in grado di risolvere il problema del traffico che da trent'anni strangola questa regione e contemporaneamente manda la Polizia a fare multe.

 

Però se un giorno lasciassimo a casa tutte le moto e gli scooter, soprattutto d'estate, le colonne al confine raggiungerebbero Varese in una direzione, Porlezza nell'altra e Como in quella rimanente.

Sarebbe un vero collasso della circolazione. Ogni tanto mi viene da pensare che potrebbe essere la soluzione per far comprendere a tutti la portata del problema.

 

Senza voler fomentare la rivolta però, ho pensato che ci potrebbero essere altre soluzioni. Se non ricordo male – ormai sono passati anni dalla patente – un veicolo può sorpassarne un altro che procede lentamente, se segnala con gli indicatori di direzione e non invade la corsia opposta, chiaramente lontano da passaggi pedonali, incroci, ecc.

 

L'idea è quindi questa: chiedere agli automobilisti che procedono al passo, di viaggiare mantenendo bene la destra. In questo modo si creerebbe uno spazio sufficiente per permettere ai conducenti di moto e scooter di superarli, lentamente e con attenzione, senza rischiare la pelle e far prendere spaventi a chi sopraggiunge in senso opposto. Una corsia di cortesia, per fluidificare il traffico.

 

Semplice, quasi banale. Ma ho notato che quelle volte che per un puro caso questa condizione si crea da sola, si procede benissimo.

 

Che ne pensate?