IL MASOCHISTA
Lo ammetto: sono un masochista! A chi sta iniziando a far volare la fantasia ricordo semplicemente che qui si parla di moto...
Come dicevo sono un masochista. Le persone normali odiano i contrattempi, le difficoltà e gli imprevisti: a me invece – se sono in moto – esaltano.
In quindici anni di motociclismo mi è capitato due volte di rimanere a secco in autostrada, una su un cavalcavia in salita e un’altra in una galleria… seguita da un cavalcavia in salita. Lo so, errare è umano ma perseverare è diabolico, per cui bisogna essere un po’ idioti per ripetere due volte lo stesso errore: a mia discolpa posso addurre il sistema a due rubinetti applicato al serbatoio dell’Aprilia Motò che era veramente subdolo…
Un’altra volta dopo il lavoro ho deciso di andare incontro al mio amico Romeo che rientrava in moto da Losanna. L’idea era di trovarsi al primo distributore di benzina dopo il Gottardo. Per scelta non ho mai acquistato un cellulare, ma quella volta mi sarebbe stato utile: poco dopo Bellinzona ha iniziato a piovere a dirotto ma non potendo avvisare il mio amico – che mi attendeva al rattstetten – l’unica soluzione era andare avanti. Arrivando da una giornata di lavoro indossavo un paio di pantaloni in cotone e una giacca jeans. Sono arrivato alla stazione di servizio fradicio e infreddolito – l’aria calda all’interno della galleria non era riuscita ad asciugarmi –. Per il ritorno mi sono comprato una confezione di guanti in plastica (quelli per le pulizie) che ho infilato su mani e piedi nella speranza di tenerli un po’ più asciutti e caldi. Appena arrivato Romeo abbiamo bevuto qualcosa di caldo e siamo ripartiti, in mezzo ad uno dei più violenti temporali in cui io mi sia mai imbattuto. Due persone normali si sarebbero fermate ad attendere. Appunto. Noi invece andavamo avanti, accostandoci di tanto in tanto e comunicando a gesti (avete mai provato a dire, gesticolando, «fa un freddo boia: non sento più il piede sinistro»?) ridendo sotto il casco come due scemi.
Il culmine è stato quando siamo partiti per due settimane di vacanza con l’obiettivo di passare per la Costa Azzurra e poi proseguire verso ovest fino in Spagna, con il sogno inespresso di riuscire a fare una capatina a Tangeri. Ho grippato il motore poco dopo Sesto Calende e ho proseguito a passo ridotto fino a St. Raphael: là mi hanno promesso di rimediare al danno in un tre-quattro giorni che sono diventati dieci e infine quindici. In sostanza il viaggio è terminato in Costa Azzurra, dove abbiamo affittato una roulotte fissa (dovendo pagare la costosa riparazione non avevamo più soldi per un’albergo) e abbiamo utilizzato come mezzo di trasporto la sola moto del mio compagno di viaggio, sia per andare in giro la sera che per fare la spesa… Al momento era stato abbastanza frustrante, ma oggi il ricordo è quello di un’avventura.
Quindi lo confermo: sono un masochista. O forse riesco a trovare quanto di bello c’è anche nelle situazioni più fastidiose. Un mio grande amico (compagno di molte delle avventure citate), definisce queste situazioni «divertenti», condividendo il mio punto di vista. Quindi, la prossima volta che rimarrete in panne sotto la grandine mentre con la vostra moto nuova vi state recando al primo turno di prove libere della vostra vita, ricordate questo articolo e pensate: non è divertente?