SE SEI INCERTO, TIENI APERTO
Come nella vita, nel fuoristrada non sai mai cosa di aspetta: ghiaia, sabbia, fango, sassi. Sei convinto che quel tratto di mulattiera che hai di fronte sia tutto in morbida terra, semplice, lineare e viaggi rilassato, in terza, permettendoti addirittura qualche sguardo al paesaggio. Ma all'improvviso una radice umida che non avevi visto ti fa scappar via la ruota davanti, costringendoti ad una acrobazia per rimanere in piedi. E non sempre ci riesci.
In quei casi è meglio non chiudere il gas, stringere il sedere e andare avanti. Perché mollare sarebbe peggio.
Se sei incerto, tieni aperto.
Può capitare anche che nel bel mezzo di una salita difficile ti assalga la paura di aver osato troppo. Difficile capire in quel momento se si tratti di un'insicurezza o di un fatto oggettivo. Sei portato però a parzializzare il gas – solo il tempo di capire il da farsi, ti dici – in modo da risolvere il problema. Così però ti cacci nei guai. Quando rigiri la manopola per accelerare nuovamente ormai hai perso lo slancio necessario per superare l'ostacolo e finisci col piantarti. Provi a ripartire ma la ruota posteriore slitta e gli stivali non fanno presa. Non resta che scendere dalla moto e, con grande cautela, tornare sui tuoi passi per ritentare. Intanto però il cronometro gira e tu sei sempre più stanco.
Se sei incerto, tieni aperto.
L'insicurezza è nostra nemica. Le cose non vanno esattamente come ce le aspettiamo e noi stringiamo sempre più forte il manubrio cercando di imprimere alla nostra vita la direzione che vogliamo. Ma a volte la soluzione migliore è semplicemente tener duro, alzare lo sguardo verso il nostro obiettivo rimanendo sempre in traiettoria, lasciando che la moto sbandi leggermente a destra e sinistra senza curarcene troppo. Mollare il gas scomporrebbe l'assetto, caricherebbe l'avantreno e ci farebbe perdere il controllo. Bisogna insistere, con cocciutaggine, fino a quando è necessario.
E solo dopo, lasciare il gas. Perché come dicono quelli che fanno trial «se chiudi il gas è perché hai sbagliato. O sei arrivato al traguardo».